La neoplasia del colon è una delle patologie oncologiche più diffuse nel nostro paese, rappresentando la seconda causa di morte per tumore negli uomini e la terza nelle donne. È una condizione seria che richiede attenzione, prevenzione e intervento tempestivo.
Dott. Gianluca Garulli: “In Italia si fanno diagnosi di 50.000 nuovi casi ogni anno. 25.000 casi sono quelli che noi operiamo nei nostri ospedali, di cui la metà viene eseguita con approccio laparoscopico.”
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Questo articolo offre una panoramica completa su questa importante patologia, dalle cause ai sintomi, dalla diagnosi ai trattamenti, con un focus particolare sulla prevenzione.
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Cos’è la neoplasia del colon
Le neoplasie del colon sono tumori che interessano il tratto intestinale, in particolare il grosso intestino. Questo complesso sistema include diverse sezioni, ciascuna potenzialmente soggetta a formazioni neoplastiche.
Dott. Gianluca Garulli: “Le neoplasie del colon sono tumori che interessano il tratto intestinale, in particolare il grosso intestino ovvero quello del colon destro (detto il cieco, il colon ascendente fino al colon trasverso) e il colon sinistro che si divide in colon discendente, sigma fino all’ultima parte che è il retto che precede l’ano.”
Le neoplasie del colon-retto possono essere di diversi tipi, ma la forma più comune è l’adenocarcinoma, che si sviluppa dalle cellule ghiandolari che rivestono l’interno del colon. Altri tipi meno comuni includono i tumori carcinoidi, i tumori stromali gastrointestinali (GIST), i linfomi e i sarcomi.

Differenza tra tumori benigni e maligni del colon
È importante comprendere la differenza tra le formazioni benigne e maligne che possono svilupparsi nel colon. I polipi rappresentano le più comuni neoplasie benigne, ma possono evolvere in forme maligne se non trattati.
La maggior parte dei polipi rimane benigna, ma alcuni tipi (soprattutto gli adenomi) possono trasformarsi in tumori maligni nel corso degli anni. Le neoplasie maligne, chiamate comunemente cancro, carcinoma o tumore maligno del colon, hanno la capacità di invadere i tessuti circostanti e, nei casi più avanzati, di diffondersi ad altri organi.
È fondamentale comprendere che la diagnosi precoce può fare la differenza tra un semplice intervento endoscopico e un trattamento più complesso.
Epidemiologia del tumore al colon
Il carcinoma del colon-retto rappresenta una delle neoplasie più frequenti nella popolazione italiana. I dati epidemiologici mostrano un impatto significativo di questa patologia sulla salute pubblica nazionale.
Questi numeri collocano il cancro colorettale al secondo posto per incidenza negli uomini e al terzo nelle donne.
Fasce d’età più colpite
Tradizionalmente, il cancro del colon-retto è stato considerato una malattia dell’anziano, con un’incidenza che aumenta significativamente dopo i 50 anni. Tuttavia, negli ultimi anni si sta osservando un preoccupante cambiamento demografico.
Dott. Gianluca Garulli: “Di solito la frequenza più alta è nell’età tra i 60 e i 70 anni, però sta aumentando quella sopra i 40 anni.”
Questo cambiamento epidemiologico ha portato a riconsiderare le strategie di screening, soprattutto per le persone con fattori di rischio come la familiarità. La diagnosi precoce diventa ancora più importante considerando questo aumento di incidenza in fasce d’età più giovani.
Fattori di rischio del cancro al colon
La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo nello sviluppo del cancro colorettale. La storia familiare rappresenta uno dei fattori di rischio più importanti da considerare per la prevenzione.
Dott. Gianluca Garulli: “La neoplasia del colon ha una familiarità elevata. Cosa vuol dire avere familiarità? Se i vostri genitori, i vostri parenti stretti di primo e di secondo grado (quindi dai nonni fino al babbo e la mamma) hanno avuto una neoplasia del colon, voi figlioli dovete iniziare la prevenzione.”
In alcuni casi, la predisposizione è legata a specifiche sindromi ereditarie come la Poliposi adenomatosa familiare (FAP), la Sindrome di Lynch, la Sindrome di Peutz-Jeghers o la Poliposi associata al gene MUTYH. Quando la familiarità colpisce in età giovane, è consigliabile una consulenza genetica specialistica.

Stile di vita e alimentazione
Numerosi fattori legati allo stile di vita influenzano il rischio di sviluppare un cancro colorettale. Le abitudini quotidiane possono avere un impatto significativo sul rischio individuale.
Dott. Gianluca Garulli: “Il fumo aumenta 10 volte il rischio di ammalarsi di cancro del colon-retto. Essere obesi aumenta il rischio di 20 volte di ammalarsi del tumore del colon-retto. Una vita sedentaria e un’alimentazione sbagliata ricca di proteine di derivazione animale possono facilitare l’insorgenza dei tumori del colon e del retto.”
Questi dati sottolineano l’importanza di mantenere uno stile di vita sano per ridurre il rischio di cancro colorettale, con particolare attenzione all’alimentazione, all’attività fisica e all’eliminazione del fumo.
Patologie predisponenti (polipi, malattie infiammatorie intestinali)
Alcune condizioni mediche preesistenti aumentano il rischio di sviluppare un tumore del colon. I polipi rappresentano le lesioni precancerose più comuni, ma anche le malattie infiammatorie intestinali croniche aumentano significativamente il rischio.
Le persone con morbo di Crohn o colite ulcerosa hanno un rischio aumentato di sviluppare un cancro colorettale, soprattutto se la malattia è di lunga durata. Anche chi ha già avuto un tumore del colon in passato ha un rischio aumentato di sviluppare nuove neoplasie.
Sintomi del tumore al colon
Uno degli aspetti più insidiosi del cancro del colon è la sua natura spesso asintomatica nelle fasi iniziali. Questa caratteristica rende ancora più importante la prevenzione e lo screening regolare.
Quando presenti, i sintomi precoci possono includere cambiamenti nelle abitudini intestinali, sensazione di non svuotamento completo, feci più sottili del normale, stanchezza persistente o perdita di peso inspiegabile. Questi segnali vengono spesso ignorati o attribuiti erroneamente a problemi digestivi minori.

Segnali d’allarme da non sottovalutare
Esistono sintomi che rappresentano veri e propri segnali d’allarme e che richiedono un’immediata attenzione medica. Il più significativo è il sanguinamento rettale, spesso erroneamente attribuito a patologie benigne.
Dott. Gianluca Garulli: “Il primo sintomo più frequente è il sanguinamento. Non bisogna mai fare l’errore di dare la colpa alle emorroidi. Un sanguinamento è un sangue rosso vivo che accompagna o che segue le emissioni di feci e deve essere sempre indagato.”
Altri segnali d’allarme includono dolore addominale persistente, presenza di masse palpabili nell’addome e anemia da carenza di ferro, che può manifestarsi con stanchezza estrema, pallore e debolezza generale.
Quando rivolgersi immediatamente al medico
Qualsiasi cambiamento persistente nelle funzioni intestinali dovrebbe essere valutato da un medico. L’importanza di non sottovalutare i sintomi è fondamentale per una diagnosi tempestiva.
Dott. Gianluca Garulli: “Il messaggio è che i sintomi, quindi qualcosa che esce da quello che voi considerate normale, deve sempre assolutamente essere valutato e indagato dal medico, inizialmente il medico di medicina generale, che successivamente riterrà se è utile fare approfondimenti attraverso una visita specialistica.”
In particolare, è necessario rivolgersi immediatamente al medico in caso di sanguinamento rettale, difficoltà nell’evacuazione, dolori con l’evacuazione o qualsiasi cambiamento persistente nelle abitudini intestinali.
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Diagnosi delle neoplasie del colon
La diagnosi precoce rappresenta l’arma più efficace nella lotta contro il cancro colorettale. Lo screening regolare permette di identificare la malattia prima che si manifesti con sintomi, quando le possibilità di cura sono massime.

Lo screening del cancro colorettale è raccomandato per tutte le persone dai 50 anni in su, ma dovrebbe iniziare a 40 anni per chi ha familiarità con la patologia. Questa strategia di prevenzione secondaria è fondamentale per ridurre la mortalità associata a questa neoplasia.
Esami di primo livello (sangue occulto)
Il test del sangue occulto nelle feci è lo strumento di screening di primo livello più utilizzato per il cancro colorettale. Si tratta di un esame semplice, non invasivo che può essere effettuato comodamente a casa.
Questo test consiste nel prelevare un piccolo campione di feci e analizzarlo per rilevare la presenza di sangue non visibile a occhio nudo. Il sangue potrebbe indicare la presenza di polipi o tumori nel colon-retto che potrebbero sanguinare in modo intermittente e impercettibile.
Esami di approfondimento (colonscopia)
Quando il test del sangue occulto risulta positivo, è necessario procedere con esami più approfonditi, principalmente la colonscopia, che rappresenta lo standard di riferimento per la diagnosi delle neoplasie del colon.
La colonscopia permette di visualizzare direttamente la mucosa del colon, identificare e rimuovere eventuali polipi e prelevare campioni di tessuto per l’analisi istologica. In alcuni casi, può essere sufficiente una rettoscopia, che esplora solo gli ultimi 30 cm dell’intestino.
Marcatori tumorali e altri esami diagnostici
Oltre agli esami endoscopici, possono essere necessari altri test diagnostici per completare il quadro clinico e valutare l’estensione della malattia. I marcatori tumorali, come il CEA (antigene carcinoembrionario), possono fornire informazioni utili, soprattutto per monitorare la risposta al trattamento e rilevare eventuali recidive.
Altri esami importanti includono la TAC, la risonanza magnetica o la PET per valutare l’estensione del tumore e identificare eventuali metastasi, e l’ecografia addominale per visualizzare gli organi addominali.
Trattamento del cancro colorettale
Il trattamento del cancro colorettale varia in base allo stadio della malattia. L’approccio terapeutico è personalizzato considerando diversi fattori, tra cui l’estensione del tumore, la sua localizzazione e le condizioni generali del paziente.

Per le fasi più avanzate della malattia, invece, l’intervento chirurgico diventa necessario:
Trattamento chirurgico: tecniche tradizionali e mininvasive
La chirurgia rappresenta il cardine del trattamento del cancro colorettale. Negli ultimi anni, le tecniche chirurgiche hanno fatto enormi progressi, offrendo approcci sempre meno invasivi con migliori risultati post-operatori.
Dott. Gianluca Garulli: “Il chirurgo, a seconda della sede anatomica della lesione, provvederà ad asportare un segmento intestinale della lunghezza di circa 20 – 30 cm. La tecnica da preferire è quella mini invasiva che può essere eseguita con tecnologia laparoscopica o robotica.”
Durante l’intervento viene rimossa la porzione di intestino contenente il tumore insieme ai linfonodi regionali, con un’estensione che varia in base alle caratteristiche della neoplasia. La resezione intestinale, anche quando estesa, non compromette generalmente la funzionalità intestinale.
In Italia, circa la metà dei 25.000 interventi annuali per cancro del colon viene eseguita con approccio laparoscopico, che garantisce minore dolore post-operatorio, una ripresa più rapida e cicatrici più piccole.
Terapie complementari (chemioterapia, radioterapia)
In molti casi, la chirurgia viene integrata con altre terapie per migliorare i risultati del trattamento. La scelta dipende dallo stadio del tumore e dalle sue caratteristiche biologiche:
- Chemioterapia
- Radioterapia
- Terapie biologiche mirate
Prevenzione delle neoplasie del colon
La prevenzione primaria mira a ridurre l’incidenza della malattia attraverso l’eliminazione o la riduzione dei fattori di rischio. Un corretto stile di vita rappresenta la prima linea di difesa contro il cancro del colon.
Le principali misure di prevenzione primaria includono il mantenimento di un peso corporeo sano, l’abolizione del fumo, la limitazione del consumo di alcol, una dieta ricca di fibre, frutta e verdura ma povera di carni rosse e processate, e la pratica regolare di attività fisica.
Screening e controlli periodici
La buona notizia è che il tumore del colon-retto è una delle neoplasie più prevenibili grazie ai programmi di screening. Il test del sangue occulto nelle feci rappresenta un efficace strumento di prevenzione secondaria.
Le regioni italiane offrono gratuitamente questo esame, ed è fortemente consigliato aderire a queste campagne di screening. La diagnosi precoce permette di individuare la malattia quando è ancora in fase iniziale, aumentando significativamente le possibilità di guarigione.
Gestione dei polipi e prevenzione delle recidive
I polipi rappresentano lesioni precancerose che, se rimossi tempestivamente, possono prevenire lo sviluppo del cancro. Dopo la rimozione di un polipo, è fondamentale seguire un programma di sorveglianza adeguato.
La sorveglianza dopo la rimozione di polipi o dopo il trattamento di un cancro colorettale è essenziale per individuare precocemente eventuali recidive o nuove lesioni. Il piano di follow-up viene personalizzato in base al rischio individuale e può includere colonscopia, analisi del sangue e altre indagini diagnostiche a intervalli regolari.
Domande frequenti sulle neoplasie del colon
A che età bisogna iniziare lo screening per il tumore del colon?
Lo screening con il test del sangue occulto nelle feci dovrebbe iniziare per tutti a 50 anni, da ripetere ogni 2 anni. Per chi ha familiarità con la patologia, è consigliabile iniziare a 40 anni.
Quali sono i principali sintomi che dovrebbero allarmare?
Il sintomo più significativo è il sanguinamento rettale. Altri segnali importanti includono cambiamenti nelle abitudini intestinali, dolori durante l’evacuazione e difficoltà nell’andare di corpo.
Il tumore al colon è curabile?
Sì, specialmente se diagnosticato precocemente. La diagnosi precoce, possibile grazie allo screening, aumenta significativamente le possibilità di cura e guarigione.
La colonscopia è dolorosa?
La colonscopia viene generalmente eseguita in sedazione cosciente, rendendo l’esame ben tollerato dalla maggior parte dei pazienti.
Dopo l’intervento chirurgico, ci saranno limitazioni permanenti?
La maggior parte dei pazienti, dopo il periodo di recupero, può tornare a una vita normale senza significative limitazioni.
Il tumore al colon è ereditario?
Esiste una componente di familiarità significativa. Se si hanno parenti di primo o secondo grado che hanno avuto un tumore al colon, il rischio aumenta e bisogna iniziare prima lo screening.
La prevenzione è il primo passo per la tua salute
Una visita di controllo è fondamentale per la diagnosi precoce. Il Dott. Garulli è a tua disposizione per un consulto specialistico.
Conclusione
Questo articolo ha fornito una panoramica completa sulle neoplasie del colon, dalle cause ai trattamenti, con un’enfasi particolare sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. La prevenzione rappresenta lo strumento fondamentale per aumentare significativamente le possibilità di guarigione.
Ricordate sempre di aderire alle campagne di screening e di consultare il medico in caso di sintomi sospetti. La salute del vostro colon è un aspetto fondamentale del vostro benessere generale.